Nome:
PLANETARIO ASTRONOMICO
Categoria:
Edilizia privata & Spazi Pubblici
LUOGO: Iano di Scandiano (RE)
ANNO DI PROGETTAZIONE: 2014
STATO DI REALIZZAZIONE: proposta progettuale
Analisi del luogo : l’area che ospiterà l’intervento ha forma trapezoidale con un avvallamento concavo in confine con la campagna circostante.
La suggestione: l’affossamento del terreno suggerisce un’impronta, quasi la traccia di un corpo estraneo, un ufo, un elemento estraneo caduto a terra.
Il progetto: la sfera è solo parzialmente fuori terra: in altezza 12.23 mt emergono dal piano di campagna mentre in luogo dei rimanenti 8.17 mt trova posto la fondazione della struttura portante realizzata con travi di calcestruzzo armato saldamente collegate tra loro.
La parte fuori terra si presenta come una cupola uniforme, un volume puro, tagliato obliquamente da un anello. L’anello orbitale, realizzato con materiale metallico e pensato con funzione di brisesoleil a protezione e schermatura della grande vetrata di facciata, cela alla vista una linea vita ancorata alla sfera e predisposta per garantire un’efficiente manutenzione delle strutture di rivestimento della calotta.
La cupola si pensa realizzata mediante una trama di elementi metallici calandrati:meridiani ottenuti con Ipe 120 e paralleli costituiti da quadri di 60x60x50 ad ordire una tessitura portante su cui verrà ancorato il pacchetto di rivestimento.
Si ipotizza che l’orditura venga completata all’interno da cartongesso in modo da celare le nervature strutturali mentre all’esterno sarà completata da pannelli di tamponamento di 1.5 x 1.5 mt, finiti con pacchetto isolante e lastra o strato (se vetroresina) di rivestimento. Una parte della cupola sarà dotata di pannelli fotovoltaici per un’ottimale rendimento energetico della struttura.
La sfera si apre sul contesto circostante tramite una grande vetrate sottesa all’anello orbitale e si completa con tre sbalzi che collegano il Planetario all’intorno paesistico.
Tutti e tre i terrazzi sono realizzati in lamiera stirata forata calpestabile per lasciare ben in vista il piano sottostante e alleggerire l’inserimento paesistico.
Al di sotto delle due passerelle di facciata si aprono uno specchio d’acqua artificiale (richiamo all’acqua come elemento primordiale da cui ha origine la vita e senza il quale la vita non è possibile),un laghetto di profondità minima (una cinquantina di cm) ed il piccolo fossato d’irrigazione esistente scavalcato dal camminamento in lastre di pietra o cementizie.
Una terza passerella si apre sul retro. A questo affaccio personalmente do molta importanza perchè diventa l’anello di congiunzione tra la nuova e la vecchia struttura. E’ da qui che si accede alla breve passeggiata in salita che conduce all’Osservatorio e viceversa è da qui che si entra giungendo dall’Osservatorio.
Il planetario vero e proprio è pensato come una sfera nella sfera: del diametro di 10 mt si compone di una grande cupola per le proiezioni e di gradinate degradanti verso una cavea centrale che si presta ad accogliere all’occorrenza la postazione di un relatore divenendo così anche auditorium.
Il percorso della hall si snoda dunque, in un susseguirsi di stimoli visivi, dall’ingresso principale all’ingresso sul retro, collegato alle strutture dell’Osservatorio, in un ‘ottica di totale integrazione di competenze, funzioni e servizi.
In questo modo viene a delinearsi una struttura ricchissima di potenzialità, versatile, flessibile con l’ambizione di potersi mettere al servizio di un contesto universitario che varchi i confini provinciali. Questa struttura nasce nell’ottica di accogliere un panorama ampio di eventi, convegni, iniziative, incontri legati all’universo scientifico/astronomico in ogni stagione e con l’obiettivo di dar vita ad interconnessioni e gemellaggi culturali di ampio respiro.Nasce accessibile e fruibile in tutte le sue parti anche da persone con disabilità motorie.
Al piano terra, a lato dell’ingresso principale(posto al piano rialzato) è collocato un ascensore, raggiungibile dall’esterno, che consente di accedere agevolmente sia al piano della Hall, sia alla Terrazza. Abbiamo pensato questo progetto come una sorta di laboratorio astronomico in grado di autofinanziarsi nella sua gestione e manutenzione proprio grazie alla sua versatilità e alla sua apertura verso nuove forme di cooperazione culturale, extraprovinciale ma anche attraverso progetti della Comunità europea.