Nome:
PARCO TEMATICO DELLA VENERE
Categoria:
Edilizia privata & Spazi Pubblici
PARCO ARCHEOLOGICO E PARCO DELLA VENERE
LUOGO: Chiozza di Scandiano
ANNO DI PROGETTAZIONE: 2022
STATO DI PROGETTO: proposta progettuale
La statuetta di Chiozza, esposta ai Musei Civici di Reggio Emilia è uno dei reperti paleolitici più importanti rinvenuti sino ad oggi in Emilia Romagna. Il ritrovamento risale al 7 luglio 1940. Nel luogo del ritrovamento del ritrovamento è rimasta attiva fino al 1971 la Fornace Alboni. All’interno della proprietà dell’antica fornace è emersa una delle più grandi necropoli neolitiche del nord Italia e, verosimilmente, sempre presso la frazione di Chiozza dovrebbe trovarsi il relativo insediamento abitativo neolitico. La statuetta fu recuperata causalmente, nel corso degli scavi archeologici delle sepolture neolitiche, fra i rottami che i cavatori accatastavano prima di disfarsene e risultò da subito molto più antica della necropoli stessa.
Considerato l’inestimabile valore storico dell’area archeologica di Chiozza, attualmente non visitabile, emerge a gran voce l’assoluta necessità di programmare , con la collaborazione di soggetti, pubblici e privati, a vario titolo coinvolti, la sua valorizzazione. L’area potrebbe costituire un eccezionale punto di forza per l’ascesa dell’economia turistica reggiana, anche grazie ad un importante studio monografico a cura dello storico scandianese Marco Montipò e dell’archeologo reggiano Iames Tirabassi.
Ed è proprio dall’incontro con questi illustri personaggi del panorama culturale reggiano e grazie all’iniziativa di privati cittadini riunitosi in una Associazione Culturale, che si prefigge di diventare un’importante punto di riferimento per il coordinamento di azioni di spessore sul Territorio comunale ed extracomunale ,che nasce il progetto del Parco Archeologico e del Parco della Venere.
L’Associazione Scandian lè un gran Scandian si fa portavoce di un’iniziativa tanto ambiziosa quanto incisiva: creare un parco archeologico interattivo, vivibile, visitabile dove si possano toccare con mano la ricostruzione fedele di un villaggio neolitico, dove si possano vedere una stratigrafia del terreno che ci faccia capire l’importanza della conformazione geomorfologica del nostro territorio non soltanto dal punto di vista geologico, ma anche per la storia degli uomini che hanno abitato questo territorio. Si tratta dunque di porre l’accento su di un periodo tanto importante quanto spesso sconosciuto della nostra storia locale e con assoluta rilevanza nazionale. Si passa così, in questo Parco Tematico, dalla visita del villaggio neolitico, alla conoscenza delle “terre” che venivano lavorate prima per garantire una forma di sussistenza legata all’agricoltura, poi, in maniera sempre più organizzata, fino a sfruttare la familiarità acquisita col materiale (dell’argilla) per produrre il mattone. Si passa così dalla produzione agricola a quella artigianale, a quella protoindustriale, fino alle fornaci e alla storia, fatta di uomini e di lavoro, della fornace Alboni, luogo del ritrovamento.
Ciclicità della storia.
Ma non solo, il progetto si completa con una seconda e più ampia fascia di territorio, da destinarsi a Parco Cittadino. Il Parco ruoterebbe attorno al tema della Sostenibilità, tematica spesso inflazionata, in questo caso però trattata con rispetto e perizia.
Il parco è suddivisibile idealmente in tre fasce, la prima delle quali avente come baricentro un grande Biolago, ovvero un lago in cui la depurazione delle acque non avvenga mediante agenti chimici o sistemi meccanici ma attraverso piante che permettano naturalmente di eliminare gli elementi inquinanti favorendo la rigenerazione spontanea di flora e fauna. A fianco del Biolago sono ipotizzati Orti Sinergici da intendersi come un progetto di orto a lunga scadenza in cui poter insegnare ed imparare il rispetto dei tempi della Natura e la capacità stessa di autorigenerarsi. Così in un orto sinergico nulla viene scartato. I frutti non vengono mai sradicati ma recisi, in modo che le radici possano contribuire a ri.mineralizzare il terreno e la parte aerea possa essere impiegata, assieme a foglie e sfalciature, per la pacciamatura. Sul lato opposto troviamo un Percorso Sensoriale , un Giardino Aromatico in cui chiunque, anche persone con ridotte capacità sensoriali, possano emozionarsi per il contatto con la natura grazie al tocco, grazie all’odore di essenze olfattive disposte con un ordine percettivo ben preciso, grazie a un gioco di cromie particolari fino a rendere l’esperienza di una passeggiata nel verde, unica e stimolante.
Più avanti, la seconda fascia del parco, sarebbe dedicata ad attività ludico associative con ampie aree da dedicarsi allo sport e alle attività all’aria aperta. Per concludersi con uno spazio ad anfiteatro destinato all’esibizione di gruppo e performer teatrali locali e non.
Il tutto a creare una realtà nuova, inclusiva e fortemente improntata al rispetto della Natura, delle sue potenzialità e della Storia che accompagna ogni ciclo di vita.
testo e foto arch. Maria Elena Vecchi